Il tutto, in un quadro di rigoroso esame della fonti di informazione e parlamentari poste alla base dell’indagine, con puntuali richiami a dati di fatto e rinvio ad indicazioni bibliografiche sugli argomenti trattati.
L’Autore muove dall’esame del quadro normativo tributario nel suo complesso per farne rilevare come la leva fiscale sia stata, negli ultimi tempi, utilizzata principalmente per tappare buchi che si aprivano nella voragine del bilancio statale, nella ricerca esasperata di un consenso, quasi sempre a fini elettorali. Di qui, l’oblio dei Princìpi generali che dovrebbero governare l’assetto complessivo di un moderno Stato di diritto: l’ultima grande riforma del sistema tributario risale agli anni ’70 del secolo scorso e l’ultima legge sui Princìpi fiscali è quella, nell’anno 2000, dello Statuto dei diritti del contribuente.
A fronte di ciò, l’Autore mette in chiara luce la situazione che si è venuta nel frattempo determinando: una sempre più estesa ingerenza del Governo nell’attività normativa, con l’abuso dell’utilizzo del potere normativo fuori dei casi di effettiva urgenza; l’emarginazione del ruolo del Parlamento, chiamato sempre più spesso a ratificare i decreti-legge emanati dal Governo, sovente attraverso il voto di fiducia, con conseguente compressione dei tempi di discussione; l’esorbitanza del ruolo dell’amministrazione finanziaria nell’iniziativa di formazione delle leggi e persino nell’enunciare i “principi di diritto”, cui dovrebbe conformarsi la condotta dei contribuenti; la supplenza della Magistratura nel dettare regole in assenza di un dettato normativo preciso e, talvolta, anche in contrasto con il legislatore; l’arretramento delle posizioni difensive del contribuente, spesso costretto a ricorrere a sistemi deflattivi del contenzioso affidati alla benevolenza dell’amministrazione finanziaria; un Ordinamento della Giustizia tributaria che, da troppo tempo, attende una riforma che le restituisca dignità e sia idonea a soddisfare i reali interessi di chi ad essa si rivolge.
Il volume, proprio per la generalità dei problemi affrontati e per il richiamo a situazioni ampiamente conosciute attraverso dibattiti e discussioni di stampa, si presta ad un’agevole lettura da parte di un pubblico generalista e non richiede conoscenze specialistiche: è da augurarsi che esso trovi ampia diffusione presso un’opinione pubblica interessata a conoscere – con gli esempi del recente passato, ma anche di questo attuale periodo emergenziale, nel quale si avvistano pericolosi segnali di compromissione, a mezzo di provvedimenti amministrativi, di fondamentali diritti di libertà dei cittadini – quale potrà essere la sorte cui sembrano essere avviati i destini della nostra Italia.